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La natura è ribelle

Chi non la rispetta vedrà i suoi castelli cadere uno a uno ...

Chi non la rispetta e, chi la rispetta .

In virtù del tempo ?

D’accordo ,ma intanto …

Faccio uno sforzo da donna cannone

Tiro su il mio corpo morbidamente allungato

Su una poltrona di quelle

Che ti ci allunghi per

fare il chilo

Stringerò bene i miei imperfettissimi muscoli

Urlerò piano

caso mai in questo condominio

fantasma ,ci fossero altri

Mi metterò in piedi

E scapperò via cantando

Il mare mi ripete

Sbrigati

Eccomi

eccomi

https://youtu.be/oKOtzIo-uYw

Alcune persone vengono al mondo ricche ma tutte se ne vanno senza un soldo. Naturalmente per l’artista è diverso: si lascia dietro la sua scia di profumo che alcuni chiamano immortalità e, naturalmente, più è bravo nella sua arte più grande sarà il tanfo che si lascia alle spalle – nei colori, nei suoni, nella pagina stampata, nella pietra e in altre forme. Ma la colpa di questa immortalità è solo di chi vive – si aggrappano a questo tanfo, lo idolatrano.

Non è colpa dell’artista. L’artista sa che non appartiene all’immortalità più di quanto è appartenuto alla vita – un lampo fugace, e questo basta: che il prossimo tenti la sorte.

Charles Bukowski



“Il tempo corrode le immagini, i ricordi, senza i quali noi pensiamo di non poter vivere. Esso non ci lascia che un’amarezza triste e qualche punto sensibile, da non toccare. Ci dispiace, talvolta, d’aver smesso di soffrirne, talmente meritavano di esser ricordati. E’ la vita che se ne va da noi, è un’assenza che ci lascia più soli, senza pena, senza amore. “

“Ciascuno di noi è ricco in proporzione al numero di cose di cui può fare a meno.”

La vita è un paradosso, se para- doxa è oltre l’opinione comune.

È che noi viviamo in base a convinzioni apparentemente valide e sicure che poi non lo sono. Ma il paradosso del paradosso è che senza paradossalità la vita sarebbe vuota, perché vera, perciò non opinabile.

Sarebbe creduta diversa da ciò che oggettivamente è !

Il Quirinale il destino del presidente

Di Michele Ainis costituzionalista Huffpost

“L’eletto dovrà rinnegare i suoi elettori, dimenticarli, allontanarli. Altrimenti c’è il rischio che lo sommerga un’onda di discredito, la stessa che ha fiaccato l’autorità del Parlamento. Anzi: lo ha delegittimato. E le sue macchie sono almeno quattro, come i cavalieri dell’Apocalisse”

In democrazia, l’eletto rappresenta gli elettori,

ne è amplificatore , proiezione fisica all’interno del Palazzo.

Ma al nuovo presidente toccherà il destino opposto: l’eletto dovrà rinnegare i suoi elettori, dimenticarli, allontanarli. Altrimenti c’è il rischio che immediatamente lo sommerga un’onda di discredito, la stessa che ha ormai fiaccato l’autorità del Parlamento.

Al punto da revocare in dubbio la legittimazione a esprimere il prossimo capo dello Stato.

E le sue macchie sono almeno quattro, come i cavalieri dell’Apocalisse.

Primo: il taglio dei parlamentari.

Una riforma approvata nel 2019, e confermata da un referendum l’anno successivo, ha ridotto da 945 a 600 i membri di Camera e Senato.

Di conseguenza il presidente verrà eletto con i voti di 345 “abusivi”, se così vogliamo etichettarli.

Giuridicamente, nessun problema: tempus regit actum, sicché la validità dell’elezione presidenziale dipende dalla norma vigente.

E il taglio entrerà in vigore nella nuova legislatura, non in questa. Ma sul piano dell’opportunità costituzionale, il problema c’è.

Come c’era nel 1994, quando Scalfaro sciolse le assemblee legislative perché il referendum sul maggioritario ne aveva ripudiato l’investitura, frutto viceversa d’un sistema proporzionale.
Secondo: i cambi di casacca.

Antica malattia italiana, che però adesso è diventata endemica, come il Covid 19.

Sono 276 i parlamentari che hanno cambiato gruppo, dall’avvio della legislatura; e 126 soltanto l’anno scorso.

Fra costoro, c’è chi ha traslocato in cinque alloggi, intruppandosi poi nel gruppo misto, nel quale confluiscono 113 fra deputati e senatori, un record.

Tanto che le Camere hanno in cantiere la riforma dei loro regolamenti per disincentivare l’esodo, privando i transfughi di quattrini e di poltrone. Ma nel frattempo il 10% dei Grandi elettori per il Colle ha tradito i propri elettori. Domanda: è giusto che un Parlamento trasformista trasformi il Quirinale?
Terzo: il vecchio e il nuovo. Questa categoria misura la distanza fra gli umori popolari del 2018 e i malumori del presente. Allora i 5 Stelle furono la lista più votata, guadagnando 339 seggi; adesso, come da sondaggi, ma anche ai risultati delle europee e delle amministrative,sono scivolati al quarto posto, a consensi dimezzati.

Un terremoto che s’allarga un po’ a tutti i partiti, sicché la composizione delle Camere riflette un paesaggio ormai scomparso, come le foto in bianco e nero della nonna. Si dirà: questo divario è inevitabile, specialmente a fine legislatura.

Ma un tempo le differenze tra un’elezione e l’altra si misuravano in pochi punti percentuali, non in un abisso.

E comunque altro è che il nuovo presidente venga espresso dal nuovo Parlamento, altro dal vecchio.

In questo caso la sua rappresentatività degrada, s’ingiallisce.

Ed è come se alle prossime politiche fossero chiamati alle urne soltanto gli ottantenni.
Quarto: lo stato d’emergenza. Prorogato ,per la sesta volta, fino al 31 marzo, dato che la pandemia non ci dà tregua.

Significa il predominio del potere esecutivo sul legislativo, giacché le ordinanze di protezione civile possono disporre in deroga a ogni legge.

Significa perciò che il Parlamento svolge funzioni sostanzialmente consultive, oppure decide con una pistola puntata sulla tempia, com’è successo durante l’ultima legge di bilancio.
Significa, in conclusione, il primato dell’eccezione sulla regola.

Ma è possibile che un regime straordinario generi una carica ordinaria, anzi la carica suprema, quella di chi presiede la Repubblica? Ed è possibile che la scelta sia condizionata dalla lotteria delle quarantene e dei contagi, che già oggi impedisce il voto di 39 parlamentari?
La somma di questi quattro fattori determina una situazione senza precedenti, un inedito costituzionale.

Ed è forse l’argomento più potente in favore del bis di Mattarella, anche se lui non vuole.

Se il vecchio Parlamento ha perso la propria legittimazione, il vecchio presidente no.

Ma che ho combinato non volevo questo video ho messo quello di Folco Quilici
“Così e se ti pare “

A me pare uno nessuno cento… Mila .

Un centomila una volta si cantava mille lire al mese !

Adesso non si canta io raglio tu tagli egli taglia noi tagliamo voi lanciate anatemi

Essi me compresa non ci capiscono un cavolo.

Ottimo da mangiare ,io voglio bene al cavolo , mi piace in tutte le salse …😋

Ainis: “Green pass, la strategia dell’induzione di Draghi ha funzionato”

Il costituzionalista all’ HuffPost :

“Il governo ha seguito la terza via del diritto. Anziché incoraggiare un comportamento scoraggiare quello opposto. Giusto non distinguere tra pubblico e privato”

“Il green pass

rappresenta un bilanciamento tra diversi valori nell’interesse della democrazia. Si può introdurre nei luoghi di lavoro purché in modo generale e ragionevole, quindi è giusto non distinguere tra pubblico e privato”. Ci sono però dei limiti: “Licenziare chi non adempie sarebbe una sanzione sproporzionata, ricordo che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro”. Il costituzionalista Michele Ainis analizza la “strategia dell’induzione” seguita dal governo: “Il diritto può usare tre leve: il premio, il castigo e l’induzione. Il green pass rappresenta la terza: anziché incoraggiare un comportamento scoraggio quello opposto privando chi lo compie di un ventaglio di diritti o rendendone impervia la fruizione”.

In questo quadro, il docente “promuove” la richiesta dei sindacati di tamponi gratuiti: “Imporre un costo per esercitare un diritto implicherebbe una discriminazione per censo poiché non tutti hanno lo stesso reddito o patrimonio”.

Il dibattito tra No Vax che lanciano accuse di “dittatura sanitaria” e i Pro Vax che invitano alla “responsabilità” è infuocato.

Non stiamo tutti spostandolo, magari senza accorgercene?

C’è stata indubbiamente una radicalizzazione del dibattito.

Anche a me sono arrivati dai No Vax messaggi non proprio di affetto.

Certo, dire come ha fatto anche qualche politico o scienziato, che chi non si vaccina deve pagarsi le cure in ospedale è una bestemmia costituzionale.

Il presidente Mattarella ha giustamente ricordato il dovere costituzionale della solidarietà sociale. “

Pubblicato da Sossu

Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. Proverbio cinese "L'APPARENZA INGANNA "

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