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“Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono
state”
Versi di Guido Gozzano, creatore del crepuscolarismo, versi famosissimi, che mi affascinano tutt’oggi.
Capita di rileggerli e sentirli scontati , retorici, al limite del patetico
Il banale ché rappresenta uno stato d’animo troppo dolce , malinconico per compiacersi del proprio abbandono
Teorico per quella sufficienza decadente da cui sono per lo più fuggita
La stranezza non sta nel mutare del sentire il poeta Gozzano e sulla sua poetica, per lo più è un distacco dalla “poesia”, come forma di manifestazione degli stati d’animi emozionali.
Si sente un “crepuscolarismo”dell’animo, come uno stato – alquanto tetro – come da significato
Forse è il percepire un crepuscolo del personale sentire “poetico” .
Non averlo più non è un dramma. Ricondurre il tutto nella pragmatica “ragione” che mai ha rose non colte, e se ha cose che potevano essere e non sono state, non le ama, ma si duole di non averle avute.
Se poi ama quel suo dolersi,
fa del dolore un piacere e siamo allora nel masochismo. Siamo nell’ uscire dalla scelta di vivere in modo sano .
Che la mente fa brutti scherzi è fuori dubbio .
Così è se mi pare e mi pare



Il Cavaliere ha annunciato di aver deciso di rinunciare alla corsa Presidenziale. Sgomento nella destra che non aveva preparato nessuna proposta alternativa, peggio ancora nella sinistra che aveva sì un nome da proporre ma l’hanno subito ritirato perchè si sono subito formate dieci correnti contrarie.
A questo punto sia Draghi che Mattarella potrebbero essere costretti agli straordinari ? Escluderlo non mi pare possibile Naturalmente pagati in nero…


Amore
Amore
Lo sai ,il rumore copre
Siamo caduti insieme , ricordo
Perché mi sussurri ancora
di quel rotolare giù
Come di pietre
Rimbomba quel tuono orribile
Lasciamo scivolare lontano l’orrido
Resterà nei fondali ,
reperto antico non classificabile
Invece fammi solo sentire il tuo odore
Indossa il tuo accappatoio
Lascialo morbido sei sempre caldo
Pronunciamo il nostro nome
senza voce
Ti aspetto dall’ ultima vita ,
Parleremo con i sensi , non crediamo
ai miracoli , è vero .
Ma non è un miracolo
–Niente e impossibile –
Era il tuo motto ed io
un po ci credevo
Un po’ di verità c’è
Ne conserviamo i segni
Mi pare tanto freddo , è un istante
Scaldiamoci in un
..tutt’uno
Amore , ma dove sei finito ?
Ti crogioli al sole . Come ieri
È ora di partire
Ti sento ,sai
Non rispondi ,
tanto so , saremo lì
E dammi un bacio , un altro bacio e
Non smettere
Eccomi

ti aspetto dall’ultima vita..che dolce innamoramento!! che poesia delicata….grazie Francesca!
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E sì pensavo a Lui …
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Nadia 🌅🌹
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