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Nimium caelo et pelago confise sereno, nudus in ignota, Palinure, iacebis harena

Troppo al sereno e troppo a la bonaccia
Credesti Palinuro.Or ne l’arena
Dal mar gittato in qualche strano lito
Ignudo e sconosciuto giacerai.
Nè chi t’onori avrai, nè chi ti copra

Virgilio

Enea piange Palinuro, vedendo le ossa dei marinai morti
allo scoglio delle Sirene. Potrebbe essere la tomba vuota di uno
di cui non fu possibile recuperare il corpo.

“Quando ero il fiume, quando ero
la foresta, quando ero ancora il campo,
quando ero ogni zoccolo, piede,
pinna e ala, quando
ero il cielo
stesso,

nessuno mi ha mai chiesto se avessi uno scopo, nessuno mai
ha domandato se avessi bisogno di qualcosa,
perché non c’era nulla
che non potessi
amare “

Quando le parole sono strane
Ammutoliscono chi le legge
Non si fanno riconoscere
Non sai più che vuol dire terra
Non sai più cosa vuol dire cielo

Come il graffito di una caverna
Misteriosa bellezza assume la parola vendetta

E sembra voler dire all’improvviso amore

Pubblicato da Sossu

Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. Proverbio cinese "L'APPARENZA INGANNA "

10 pensieri riguardo “Nimium caelo et pelago confise sereno, nudus in ignota, Palinure, iacebis harena

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